mercoledì 3 agosto 2011

Let's speak about...Art!!!!

Chi siamo? Da dove veniamo? Verso dove andiamo? Penso siano i quesiti più ardui riguardo l'esistenza umana...Gauguin, in un periodo infelice della sua esistenza, ha dato la sua esacerbata e cruda risposta a queste domande dando vita ad una tela che ho apprezzato particolarmente nonostante non sia amante dello stile post-impressionista...L'opera  è una vera e propria allegoria della vita umana, rappresenta il ciclo vitale dell'essere umano: partendo da destra possiamo riconoscere nella figura di un neonato abbandonato la nascita; nella indifferenza più totale da parte degli altri, il singolo, ignaro del destino che lo attende, potrà farsi strada contando solo su se stesso tramite l'arma/ difesa dell'egoismo; subito dopo è rappresentata la gioventù; essa è un giovane che coglie un frutto: ciò potrebbe essere un'allusione al peccato originale oppure una fine metafora  la cui interpretazione potrebbe essere questa: la giovinezza è la fase migliore della vita umana, quella che non conosce i traviamenti e le sofferenze, che portano a tormentarsi e a vivere in uno stato di inquietudine: due figure rosse sullo sfondo che tramano nell'ombra simboleggiano questa condizione.
Successivamente troviamo dipinte una divinità: con essa G. vuole denunciare la falsità delle predicazioni religiose,  una sorta di palliativo, di consolazione che stordisce l'uomo dai suoi affanni, proiettandolo in una dimensione ultraterrena mitizzata, che regala un senso altrimenti non esistente nella vacuità terrena. Troviamo poi una vecchia rannicchiata simile ad una mummia che attende la morte: sul suo viso un urlo grottesco testimonia non la paura per la morte, bensì la disperazione, l'angoscia per lo status in cui l'uomo si trova, ancora più disorientato e fragile senza il rifugio offerto dalla religione, senza un senso su cui basare la propria esistenza.A chiudere il quadro è un uccello bianco con una lucertola tra le zampe, emblema della vanità delle parole.
Aggiungiamo a  tutto ciò uno sfondo approssimativo e dei colori innaturali e l'idea che l'autore voleva dare di amarezza, aridità può essere carpita pienamente... Rimangono queste tre oberanti domande, voi cosa rispondereste?
Terrei  infine a precisare che  significativo, al di là del pensiero di Gauguin ,per me, è come le situazioni che viviamo siano preludio di una evoluzione, di una acquisizione di coscienza, senza dimenticare che da esse, inoltre, dipendono i nostri stati d'animo e da questi le inclinazioni all'arte in ogni sua forma; dunque nelle creazioni artistiche, dalla più famose alle sconosciute, possiamo ritrovare una traccia più o meno evidente di autobiografismo.


Ivan

3 commenti:

  1. Chi siamo? Da dove veniamo? Verso dove andiamo?
    ...I tre paradigmi della vita...
    Siamo sicuri di poter trovare precisa risposta?
    Secondo me siamo ciò che "riusciamo" ad essere, veniamo da piccoli frammenti di universo e andiamo verso ciò che è diverso da quello che siano e abbiano...
    L'insoddisfazione e la curiosità umana sono risapute: amarezza, aridità...concordo con queste tematiche...le percepisce continuamente il Mondo, anche quando si fà finta che non sia così'...
    Siamo alla continua ricerca di coscienza di noi stessi e di ciò che ci circonda...cosa possiamo fare?
    Lasciare tracce, con la speranza che in futuro qualcuno le sappia cogliere e farle proprie...perchè non ci sarebbe nulla di più bello che "rivevere" in gesti e vite altrui...

    Ciò che diventa importante, perchè tutto questo non è solo pessimismo, è il concetto di evoluzione e volontà:
    ci vuole COSCIENZA, e decisamente VOGLIA...di cosa? DI SE' STESSI, DI VITA, DI TUTTO...

    Qualcuno lo diceva già molto tempo:

    "L'uomo nella sua arroganza si crede un'opera grande, meritevole di una creazione divina. Più umile, io credo sia più giusto considerarlo discendente degli animali.

    Charles Darwin, L'origine dell'uomo, 1871"

    Scopriamo noi stessi, evolviamo e ritroviamoci ogni qualvolta la vita ci farà perdere...è successo, succede, succederà...

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  2. Fede mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato la tematica, del resto so che anche tu hai un certo interesse per la psicoanalisi e la filosofia in genere...Di certo Gauguin con questa tela non predica la superiorità dell'uomo sugli altri esseri viventi, anzi, rimdimensiona notevolmente, quasi azzera, tutte quelle teorie sulla perfezione della specie umana.
    Ci viene presentato un essere la cui complessità è l'inizio della sua tragedia: la capacità di pensare tormenta ed inquieta l'individuo: in una condizione di nichilismo dilagante, cui si approda appunto partendo da una constatazione dei fatti per approdare ad una acquisizione di coscienza e successivamente ad una evoluzione, non resta che puntare tutto sulla propria persona, liberandosi di tutto ciò che è ingannevole (fonte dell' ingannevolezza è la speranza), scoprendo quel velo di Maya predicato da Schopenhauer dal quale si potrebbe proseguire fino ad arrivare all'apatia e all'atarassia, la mancanza di dolore e turbamento ottenibile non lasciandosi coinvolgere dagli eventi e mostrando noncuranza per le divinità.
    Ivan

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  3. Ehi ciao mi fa molto piacere seguirvi :)
    bacii

    http://free-spirit-yly.blogspot.com/#it

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